Curiosità - 04 luglio 2020, 07:43

In un mondo adolescente: The Perks of Being a Wallflower

Tutto questo per dire, insomma, che tutti noi, ora, siamo infinito. Siamo paracadutisti. Lanciamoci

“The Perks of Being a Wallflower” (“Noi siamo infinito”) è un film di produzione americana del 2012 scritto e diretto da Steven Chobosky a partire dal romanzo, sempre suo, “Ragazzo da parete”.

La pellicola segue l’avventura liceale di Charlie, ragazzino molto timido, e degli amici Sam e Patrick; tra nuovi amori, la paura di diventare grandi e traguardi scolastici, tutti e tre scopriranno qualcosa in più su ciascuno di loro… e su se stessi.

Qualche settimana di pausa, ed ecco che ritorna “Ad occhi aperti”. E come lo fa? Non parlando di argomenti che aprono il cuore, ma a questo - se è un po’ che seguite la rubrica – dovreste anche essere abituati.

Recentemente sono stati infatti rilasciati i dati di alcuni studi riguardanti l’incidenza dei disturbi mentali e degli episodi suicidiari nei giovani con meno di 24 anni. Secondo l’ISTAT 200 sui 4000 suicidi annuali in Italia riguardano proprio loro, e il “Bambino Gesù” di Roma ha riscontrato negli ultimi 8 anni una crescita di circa 20 volte delle richieste di soccorso (che sono andate a toccare anche bambini con età comprese tra i 10 e i 12 anni).

Ma non è finita qui. Il Global School-Based Student Health Survey (GSHS) ha recentemente concluso uno studio che ha coperto gli anni dal 2003 al 2015 e un campione di 275.057 adolescenti tra i 12 e i 17 anni (di cui oltre il 50% donne). I risultati sono sconcertanti: 1 adolescente su 6 – specie nei paesi a reddito medio-alto, e questo qualche pensiero dovrebbe darlo - ha pensato al suicidio negli ultimi dodici mesi, mentre il 9% - questa volta soprattutto nei paesi a reddito medio-basso, altro dato interessante - ha ammesso di aver già vissuto periodi di forte ansia e stress emotivo.

Esistono casistiche più specifiche che potrebbero, ovviamente, avvalorare o meno i due studi (come sempre accade). Ma i dati rimangono: le pulsioni suicidiarie – e i disagi, i più disparati, da cui si originano – sono parte integrante della nostra società e colpiscono la sua parte più importante, cioè i giovani adulti.

“The Perks of Being a Wallflower” è un film che proprio a loro si rivolge, e ve lo posso assicurare: l’ho visto quando, ormai, il lasso di tempo tra i 12 e i 17 anni l’avevo passato da parecchio e non ha certamente esercitato su di me il fascino che avrebbe dovuto. Ma rimane – come buona parte delle narrazioni adolescenziali – un’importante testimonianza per chi quel periodo lo sta vivendo, o per chi ha intenzione di comprenderlo un po’ di più.

I tre protagonisti del film, più si procede con la narrazione, e più diventa palese nascondano seri disagi emotivi, realizzati da una società repressiva e ben meno aperta e condiscendente di quanto si aspettassero o da vere e proprie turbe personali legate al proprio nucleo famigliare; svelarsi e raccontarsi, completamente come è giusto fare in un rapporto di amicizia, non sarà una passeggiata e anzi a tratti assumerà le tinte di un vero e proprio scontro.

Tutto questo per dire cosa? Che gli adolescenti sono paracadutisti davanti a un portellone aperto, sospesi, impauriti, misteriosi ed eroici, spesso bellissimi. Ma, soprattutto, che anche il mondo “post-pandemico” in cui ci siamo ritrovati catapultati – sospetto, anche un po’ troppo rapidamente, almeno per i miei gusti – presenta le stesse caratteristiche: è un mondo con un passato, anche disturbante, ma soprattutto con un futuro incerto e pieno di possibilità e pericoli.

Tutto questo per dire, insomma, che tutti noi, ora, siamo infinito. Siamo paracadutisti. Lanciamoci.

simone giraudi