/ Attualità

Attualità | 31 maggio 2020, 12:00

Bra, da sabato 6 giugno riprende la Messa prefestiva delle 17.30 ai Battuti Neri

Intanto, domenica 31 maggio la Chiesa festeggia la Pentecoste. Il commento del Vangelo a cura di Fra Luca Isella dei Cappuccini di Bra

Bra, da sabato 6 giugno riprende la Messa prefestiva delle 17.30 ai Battuti Neri

L’Arciconfraternita della Misericordia di Bra è pronta ad accogliere i fedeli nella chiesa di San Giovanni Battista Decollato per la celebrazione della Messa prefestiva che tornerà a partire da sabato 6 giugno, alle ore 17.30.

Intanto, il 31 maggio la Chiesa festeggia la solennità di Pentecoste (Anno A, colore liturgico: rosso). A comprendere meglio il Vangelo della liturgia odierna (Gv 20,19-23), ci aiuta Fra Luca Isella dei Cappuccini di Bra.

Nel nostro riferirci a Dio, siamo abituati da sempre a spaziare nella vastità, nella grandezza; lui è il principio di tutto, è Onnipotente, onnisciente, è Altissimo; e lo si può capire. Nella festa di oggi, come attesta il Vangelo, è il Risorto stesso che ci aiuta a leggere cosa è la grandezza divina, che tutto ciò che diciamo di Dio, lo è per noi, per ciascuno, nessuno escluso.

Gesù morto e risorto, come indica la consegna di Gesù ai suoi discepoli, è per noi l’abbraccio stesso del Padre, è amore e misericordia per sempre. Ogni nostra giornata richiede di esserne riempita, è la sua Pace. Gesù ora vivente per sempre con il Padre non è una maestà che chiede l’inchino, che ama le formalità, sollecita invece noi ad aprire il cuore e la mente al Vangelo, e tutto ci viene donato. Pace a voi, non è solo un voto, un augurio, è certezza che in lui è il dono di tutto ciò che concorre al benessere del mondo. Si tratta del dono di sé stesso, il suo Spirito che ci nutre senza limiti e di cui abbiamo bisogno sempre.

L’anima della Chiesa e del cristiano è il dono del suo Spirito che ci è offerto per costruire la nostra vita di discepoli. L’evangelista, riferendo di Gesù che incontra i suoi discepoli, non parla di una visione, dichiara che lui venne e stette in mezzo a loro, riferisce di un’esperienza. Questo significa che il dono per noi non viene attraverso fatti meravigliosi, segni di eccezionalità, stravaganze intimistiche, riti straordinari, ma quando ci apriamo a mettere lui al centro della nostra vita concreta e la sua Parola la illumini. Ed in questo nessuno di noi è privilegiato per meriti o ruoli, e neppure nessuno è dimenticato perché indegno agli occhi del Signore o dei fratelli.

E ancora l’apostolo Giovanni attesta che dopo l’annuncio di pace Gesù mostrò loro le mani e il fianco. Lo sapevano, erano i segni della Passione, della morte. Così il Signore indicò che il suo amore resta per sempre, non muta e non ha fine. Per questo motivo l’evangelista ricorda che i discepoli gioirono al vedere il Signore. Per ultimo il Risorto soffiò e disse loro: ‘Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati’.

Il sacramento della Riconciliazione, itinerario di tutti, che ciascuno percorre, è nel contempo il perdono vicendevole necessario alla comunione fraterna di noi discepoli. Anzi, è precisamente questo disporci a ricostruire ogni giorno il nostro agire con il perdono e la carità fraterna l’unica convalida che attesta la fede della Chiesa nel suo Signore risorto. E saremo portatori di Pace”.

Silvia Gullino

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

WhatsApp Segui il canale di LaVoceDiAlba.it su WhatsApp ISCRIVITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium