Sanità - 12 maggio 2020, 16:00

Mascherine a 50 centesimi? Anche in Granda rimangono un oggetto del desiderio

Il monregalese Massimo Mana, presidente regionale di Federfarma: "Fornitura di 130mila pezzi in distribuzione in queste ore dalla fossanese Unifarma. Ma serviranno a una platea di 2mila farmacie e 2 milioni di persone"

Non fa eccezione, la Granda, rispetto alle tante piazze del Paese che protestano per il mancato arrivo delle mascherine chirurgiche a prezzo calmierato di cui il premier Giuseppe Conte aveva garantito una massiccia distribuzione in tutta Italia in tempo per il via della cosiddetta "fase 2", inaugurata il 4 maggio scorso.

Una promessa mai concretizzatesi per ragioni ora al centro dello scambio di accuse in corso proprio in queste ore tra il commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri e Federfarma, l’associazione più rappresentativa delle farmacie italiane.

"I farmacisti sono disponibili alla vendita, ma le ingenti quantità promesse non sono arrivate", ha dichiarato il presidente nazionale di Federfarma Marco Cossolo.

"Chi oggi afferma di non avere mascherine e di aver bisogno delle forniture del Commissario fino a qualche settimana fa le aveva e le faceva pagare ben di più ai cittadini", è la replica che il commissario per l’emergenza ha affidato a una nota, puntando poi il dito contro distributori e farmacisti, e in particolare nei confronti di "due società di distribuzione che hanno dichiarato il falso non avendo nei magazzini i 12 milioni di mascherine che sostenevano di avere".

Il solito pasticcio all’italiana, pare di capire, seguito dall’immancabile rimpallo di responsabilità, in questo caso con l’aggravante che l’approvvigionamento dei presidi di protezione rappresenta un ostacolo non banale rispetto all’esigenza di un loro sistematico utilizzo da parte della popolazione, tra le principali raccomandazioni cui le autorità sanitarie hanno condizionato l’allentamento della quarantena e il varo della "fase 2".

"Non sono io a dover rifornire le farmacie e i loro distributori, né mi sono mai impegnato a farlo – ha aggiunto Arcuri nella conferenza di oggi –. Il commissario si è impegnato a integrare, ove possibile, le forniture che le farmacie si riescono a procurare attraverso le loro reti. Non posso non mandare le mascherine agli ospedali per mandarli alle farmacie", ha concluso, dopo aver annunciato la sottoscrizione di specifici accordi anche con la grande distribuzione, mentre altre intese in via di perfezionamento faranno sì che "nelle prossime settimane le mascherine a 50 centesimi si troveranno anche nei tabaccai".

E nella nostra provincia, qual è la situazione dei rifornimenti?
"Purtroppo non va meglio che nel resto d’Italia, dove gli arrivi avvengono a macchia di leopardo, ma con numeri comunque insufficienti – ci spiega Massimo Mana, farmacista di Rocca de' Baldi che di Federfarma è il presidente regionale -. Peraltro continuiamo a parlare di mascherine a 50 centesimi, mentre il commissario si è dimenticato dell’Iva, per cui il loro prezzo finale in realtà è di 0,61 euro. Ma a parte questo dettaglio rimane il problema di forniture che non sono mai arrivate, non in maniera sufficiente a esaudire le ingenti richieste che ovviamente arrivano dalla popolazione, specialmente nel momento in cui molte attività economiche sono ripartite o si apprestano a farlo".

"Proprio in queste ore –
aggiunge il dottor Mana – la Unifarma Distribuzione di Fossano si appresta a distribuirne ai nostri esercizi uno stock da 130mila pezzi. Peccato che andranno ripartite tra qualcosa come 2mila farmacie di un territorio che tocca buona parte di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, per un bacino di popolazione vicino ai 2 milioni di persone. Al momento purtroppo la situazione è questa".

Il presidente regionale di Federfarma Massimo Mana, qui col governatore Cirio e l'assessore Icardi in un'immagine del settembre scorso

Redazione