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Roero | 08 maggio 2020, 07:22

Coronavirus, l'allarme delle agenzie di viaggio: "Crollo di fatturato fino al 100%: ci aspettiamo più attenzione da parte del Governo"

Aires (Fiavet Piemonte): "Siamo schiacciati tra fornitori e clienti. Solo i voucher ci hanno dato respiro, ma non possiamo andare avanti così. I 600 euro siamo in tanti a non averli visti, ora aspettiamo di leggere il Riparti Piemonte"

Coronavirus, l'allarme delle agenzie di viaggio: "Crollo di fatturato fino al 100%: ci aspettiamo più attenzione da parte del Governo"

"Siamo schiacciati come l'imbottitura di un panino: da una parte ci sono i fornitori e dall'altra i clienti". La metafora - semplice quanto efficace - è quella scelta da Gabriella Aires per descrivere il mondo delle agenzie di viaggio dopo due mesi abbondanti di Coronavirus. Il suo è un punto di osservazione qualificato: è la presidente regionale della Fiavet, eletta nel 2018 e in grado di triplicare gli associati per rappresentare un settore che, solo nella nostra regione, conta circa 850-900 imprese.

Quale situazione vi siete trovati a vivere, presidente?
"Ci siamo trovati precipitati in una situazione particolarissima e difficilissima - spiega - e siamo diventati il companatico tra chi chiede i rimborsi e chi non può più garantire i servizi che sono stati prenotati. In pratica, da due mesi ci siamo trovati a smantellare ciò che era stato già costruito per i prossimi sei mesi, se non per tutto l'anno".

In che senso?
"Un viaggio si pianifica con mesi d'anticipo. E dunque, quando arrivi a gennaio o febbraio, hai già programmato e prenotato almeno fino a settembre, se non oltre. Se ragioniamo in termini di viaggi di nozze, addirittura si arriva all'anno successivo. Da quando è esplosa la pandemia, abbiamo iniziato a smontare pezzo dopo pezzo".

I clienti vi chiedono i rimborsi?
"Sì, ma difficilmente possono ottenerli. Non per colpa delle agenzie di viaggio, sia chiaro: la nostra marginalità è minima, ma perché tutto il settore del turismo vive sui flussi di cassa e gli anticipi versati ai fornitori sono serviti a pagare i dipendenti, a saldare interventi di manutenzione e così via. A salvarci, per ora, sono stati i voucher".

Un'idea in parte torinese.
"Sì, è stata elaborata all'interno di Fiavet Piemonte ed è stata adottata a livello nazionale. E ora piace anche nel resto del mondo, tanto che ci stanno copiando tutti. E' la soluzione per non danneggiare i clienti e al tempo stesso non condannare al fallimento gli operatori, che altrimenti si sarebbero trovati a chiudere nel giro di 15 giorni".

Ci sono stime che parlando di perdite per il settore per 3 milioni di euro da qui ad agosto.
"Difficile fare i conti. Ma posso dire che da marzo in poi i fatturati sono crollati del 99 se non del 100%. Tanti tengono duro, lavorano sui costi fissi cercando di ridurli, ma il tema è capire fino a quando andremo avanti e quando potremo ripartire. E soprattutto come".

Riaprirete il 18 maggio anche voi?
"Così ci dicono, ma bisogna poi capire quali margini di movimento potremo avere. Se parliamo di turismo di prossimità, di certo non può bastare a colmare la mancanza di visitatori che arrivavano dall'estero. E chi lavora nell'outgoing, cioè nell'organizzare viaggi all'estero, temo dovrà ragionare in almeno un anno di stop, prima che si possa ripartire davvero: sono ancora troppe le incertezze. Siamo in un limbo, ma intanto continuano ad arrivare gli addebiti".

Quale giudizio avete sulle misure messe in campo dalle istituzioni?
"Dopo mesi di silenzio pare che finalmente si stiano ricordando di una filiera che pesa per circa il 13-14% del Pil nazionale. Di certo, per ora, hanno messo in campo solo i 600 euro e la cassa in deroga, che però in moltissimi casi non si sono ancora visti. Intanto dovrebbero intervenire su altri aspetti: avere crediti di imposta su redditi che saranno a zero non ha alcuna utilità, mentre paghiamo tasse come quelle sui rifiuti o sulle insegne che in questo periodo non sono giustificabili. E poi devono fare qualcosa per gli affitti: c'è chi li ha sospesi, ma alla lunga dovranno essere pagati, anche se non stiamo lavorando".

Dalla Regione?
"Siamo in contatto con l'assessorato, ma prima di giudicare voglio leggere e capire cosa ci sarà dentro il Riparti Piemonte: chi può accedere e cosa potrà ottenere. In generale, chiedo che le istituzioni abbiano maggiore attenzione nei confronti di un settore come il nostro, ma anche verso altri che sono vicini, ma spesso ignorati, come quelli legati al divertimento. Penso alle palestre, alle discoteche e così via. Ogni comparto ha bisogno particolari e necessità di soluzioni specifiche".

Redazione

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