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Agricoltura | 06 maggio 2020, 07:30

Emergenza frutta nel Saluzzese: il Tavolo inizia a imbastire i protocolli sanitari per i lavoratori impegnati nella raccolta (FOTO)

Durante l’ultimo incontro, sempre in videoconferenza, con l’assessore piemontese alla Sanità, Luigi Icardi, e altri esperti del settore, si è parlato di come garantire la sicurezza nei moduli abitativi da destinare agli stranieri e da collocare nelle aziende. Per la sistemazione delle strutture, la Regione ha reso disponibili 97.000 euro. Ma, nel corso della riunione, è continuata a emergere l’esigenza di impiegare lavoratori italiani, come studenti, pensionati, cassaintegrati, disoccupati e chi percepisce il reddito di cittadinanza. In quest’ottica il sistema attivato dalla stessa Regione per far incontrare domanda e offerta locale di occupazione può diventare molto utile

Un impianto di mele nel Saluzzese

Un impianto di mele nel Saluzzese

Il Tavolo sull’emergenza frutta nel Saluzzese è diventato il Tavolo sull’emergenza frutticoltura del Monviso.

Gli obiettivi rimangono sempre gli stessi: trovare una soluzione urgente per il problema della raccolta nei campi perché, a causa della pandemia coronavirus, potrebbe mancare almeno il 50% della manodopera stagionale straniera impiegata negli anni passati. Ma non solo. Anche progettare delle strategie condivise per il futuro di un distretto che nell’area occupa 12 mila stagionali di cui 9.000 provenienti dall’estero e che fattura 350 milioni di euro all’anno ai quali si aggiungono altri 350 milioni attivati dall’indotto.

Con il nome Monviso, però, vetta simbolo del territorio, l’intenzione è di  rappresentare una zona ancora più ampia e dare un maggiore significato al lavoro unitario iniziato e portato avanti dalle Organizzazioni di Produttori Asprofrut, Ortofruit Italia, Jolly Fruit, Joinfruit, Rivoira, Solfrutta e Lagnasco Group, dalle Associazioni agricole Coldiretti, Confagricoltura e Cia, da Confcooperative e dai Comuni di Costigliole Saluzzo, Lagnasco, Saluzzo e Verzuolo: i quattro Enti pubblici che, in questi anni, hanno contribuito a creare delle strutture pubbliche di accoglienza per i lavoratori stranieri della frutta.

Dopo l’ultima riunione in videoconferenza i promotori del Tavolo hanno espresso alcune considerazioni:  “Il lavoro da fare è molto e il tempo a disposizione decisamente ridotto: la stagione di raccolta della frutta si avvicina e servono i braccianti per raccoglierla. Altrimenti rimarrà sugli alberi, con un ulteriore immenso danno per l’economia del territorio. Non solo ovviamente per le aziende agricole, ma per tutto l’indotto che, in un’area a elevata vocazione frutticola, come quella Saluzzese, vuol dire praticamente l’intero tessuto socio-economico della zona. L’emergenza sanitaria in atto non permette però di replicare l’esperienza del passato, quando i quattro Comuni avevano supportato il settore cercando di offrire alloggi dignitosi anche per evitare problemi sanitari e di ordine pubblico. Quest’anno il rischio è che gli spostamenti incontrollati di lavoratori da altre Regioni o dall’estero o assembramenti non consentiti possano portare a nuovi focolai epidemici. Per questi motivi 30 Comuni del territorio, in cui sono presenti impianti frutticoli, hanno di recente espresso un ulteriore segnale di compattezza straordinaria sottoscrivendo la lettera inviata alla Regione Piemonte nella quale si ribadisce la forte preoccupazione economica e sanitaria per le loro comunità”.

Unico percorso possibile aiutare le aziende ad accogliere i lavoratori nelle loro strutture: operazione che negli anni passati, secondo i dati Coldiretti, era già comunque stata attivata nel 70% dei casi.

In quest’ottica, grazie all’intervento del presidente e dell’assessore all’Agricoltura della Regione, Alberto Cirio e Marco Protopapa, i funzionari dell’Ente hanno definito i dettagli per sostenere le imprese che sarebbero disposte a sistemare dei moduli abitativi nelle loro proprietà. La Giunta Cirio ha dato l’ok alla riapertura del bando legato alla Legge Regionale 12 del 2016 (primo firmatario l’allora consigliere Allemano) per consentire ai Comuni, alle Unioni di Comuni e ai Consorzi di Comuni di accedere ai contributi per i prefabbricati, con una dotazione iniziale di 97 mila euro. Saranno poi gli stessi Enti e organismi a destinarli ai frutticoltori che ne hanno fatto richiesta. Il finanziamento potrà essere integrato da ogni Comune con una propria quota. Le modalità di installazione dei moduli sono già stati definiti attraverso un disciplinare che, grazie al percorso condiviso con il Tavolo, molti Enti locali hanno provveduto ad approvare come allegato al loro Regolamento edilizio. Un bel passo in avanti.

Rimane, però, da individuare su questo aspetto il protocollo sanitario da rispettare in modo scrupoloso da parte di aziende e lavoratori, come sta accadendo per tutte le realtà imprenditoriali degli altri settori ripartite nella Fase 2. Sul tema si sono espressi l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, i direttori del Servizio Prevenzione e Sicurezza del Lavoro (Spresal), Bartolomeo Griglio e Santo Alfonzo,  e il questore di Cuneo, Emanuele Ricifari, che hanno partecipato all’incontro.

“L’ospitalità in azienda - ha sottolineato Icardi - è una buona soluzione, ma servono regole chiare. Vanno poste delle domande al Comitato scientifico sulle norme da rispettare nei moduli abitativi. Il protocollo deve poi contenere le modalità di svolgimento delle quarantene e le procedure da attuare in caso di contagio. Temiamo, infatti, una nuova ondata, per cui sono necessari comportamenti responsabili da parte di tutti”.

Il Tavolo ha preso atto dell’esigenza di avviare al più presto il confronto istituzionale con le parti sociali per scrivere il protocollo sicurezza. Infatti, la situazione particolare impone di ottenere con urgenza il contributo costruttivo di tutti gli attori coinvolti, per concertare delle soluzioni efficaci e attuabili.

Durante il confronto è intervenuto anche Marco Salvo, presidente di FruitImprese, organismo che associa numerose aziende italiane del comparto: “Possiamo considerarci dei privilegiati perché il nostro settore ha potuto continuare a lavorare in questa pandemia, ma senza lavoratori stranieri per la raccolta chiude. In Emilia, ad esempio, durante gli ultimi anni abbiamo strutturato dei villaggi nelle aziende. Ci auguriamo di poterli utilizzare anche quest’anno e stiamo lavorando alla quarantena attiva perché nessun lavoratore e nessuna azienda si può permettere di attuare delle modalità diverse”.  

IL PROBLEMA DELLA MANODOPERA PER LA RACCOLTA

Il confronto va  avviato anche per l’altra questione in ballo: il reperimento della manodopera per la raccolta della frutta.

L’attivazione del portale regionale (clicca qui) con  l’obiettivo di far incontrare domanda e offerta a livello locale e limitare così gli spostamenti e gli alloggiamenti, per il Tavolo rappresenta sicuramente una buona notizia e un’ottima opportunità in modo da avere a disposizione lavoratori italiani da impiegare nella raccolta.

Così come è stato apprezzato l’incontro in videoconferenza con la ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, promosso dalla deputata cuneese Chiara Gribaudo e al quale hanno partecipato alcuni amministratori del Comune di Saluzzo: il sindaco, Mauro Calderoni, il vice, Franco Demaria, e l’assessora alle Attività Produttive, Francesca Neberti (clicca qui).  

La ministra ha abbozzato delle risposte, non ancora concrete, alle richieste iniziali del Tavolo come il reperimento e l’assunzione di manodopera italiana con sistemi agili per consentire a studenti, pensionati, cassaintegrati, disoccupati e chi percepisce il reddito di cittadinanza di essere impiegati come stagionali. Oltre alla defiscalizzazione degli oneri contributivi a carico delle aziende.          

Sergio Peirone

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