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Alba | 05 aprile 2020, 16:15

Mani di Fata (Lina). L’attrice della Melevisione Paola Caterina D’Arienzo ha donato ai clochard di Torino le sue mascherine manufatte

Ecco le istruzioni fai-da-te: forbici, stoffa, ago, filo e, con la giusta dose di buona volontà, il gioco è fatto

Mani di Fata (Lina). L’attrice della Melevisione Paola Caterina D’Arienzo ha donato ai clochard di Torino le sue mascherine manufatte

E a loro chi ci pensa? Chi si preoccupa di fornire ai senzatetto i dispositivi di protezione individuale? A Torino, l’attrice della Melevisione, Paola Caterina D’Arienzo, ha sentito il bisogno di aiutare gli ultimi, gli emarginati dalla società. E così, non ci ha pensato due volte a prendere gli attrezzi del mestiere e ha confezionato tante mascherine colorate, lasciandole vicino ai clochard che dormono nei Giardini e sotto i portici di Torino.

“Speriamo che le trovino e che li proteggano un pochino. Da usare come mascherine o copri mascherine. 100% cotone doppio. Tagliate, cucite, stirate. Per voi. Saremo diversi, popolo mascherato, ma ce la faremo”. Mani e cuore di Fata, è proprio il caso di dire!In tempo di Coronavirus le mascherine sanitarie sono quasi introvabili. Tuttavia, la necessità aguzza l’ingegno e realizzarle a casa non solo è possibile, ma anche facile. Basta armarsi di forbici, stoffa, ago e filo. Aggiungete un po’ di pazienza, la giusta dose di buona volontà ed ecco fatto.Ovviamente, non si tratta di “modelli omologati”, cioè scientificamente provati contro il contagio, ma in assenza dei dispositivi sanitari saranno sempre meglio di niente. Sul web ci sono tantissimi tutorial, soprattutto cinesi, che spiegano come fare.

Ecco gli step da seguire.

La mascherina deve essere sufficiente da coprire interamente naso e bocca e dovrebbe arrivare ad almeno 2,5 cm dall’angolo delle labbra. Deve poi aderire perfettamente al viso, senza lasciare spazi vuoti, soprattutto in prossimità della bocca. Il tessuto è la cosa più importante; deve essere a maglia compatta e non mostrare, in controluce, spazio visibile a occhio nudo tra trama e ordito. Vecchi pile o indumenti anti-traspirazione potrebbero essere l’ideale.Partendo dal bordo del tessuto che avete scelto, disegnate un rettangolo con i laterali di circa 30/40 cm e i lati superiore e inferiore di circa 25/30 cm (le dimensioni vanno valutate in base alla grandezza del volto e quindi saranno maggiori per un adulto, più contenute per bimbi e adolescenti). Ritagliate il rettangolo e, con una matita e l’aiuto di un metro, suddividetelo nel senso della lunghezza in 5 parti: una superiore di almeno 4 dita (circa 7/8 cm), un po’ di spazio (2 o 3 cm) e 3 rettangoli di circa 6/8 cm di lunghezza, segnando per ognuno la metà con una linea tratteggiata, distanziati ognuno da uno spazio di circa 2/3 cm. I rettangoli costituiranno le pieghe che, in base a questo modello, sono 3 (3 rettangoli equivalgono infatti a 3 pieghe). Seguite le linee disegnate con la matita e ripiegate verso di voi quelle continue e in senso opposto quelle tratteggiate (corrispondenti alla metà dei rettangoli) aiutandovi con il ferro da stiro o con alcuni spilli: procedete quindi con ago e cotone fissando prima i bordi laterali delle pieghe e poi le pieghe, seguendo le linee tratteggiate (non è necessario cucirle per l’intera lunghezza ma per bloccarle basteranno alcuni punti di cucitura “strategici”. Per saperne di più: “how to make a sanitary face mask”.Di fronte all’impossibilità di reperire le tanto ambite mascherine, alcuni hanno deciso di sostituirle con quelle realizzate con le coppe del reggiseno. Succede pure questo, come si usa dire, di necessità virtù.

Ovviamente lo ripetiamo, quelle fai-da-te non sono un “dispositivo medico” e non sono un metodo efficace per difendersi dal virus. Proteggetevi con le normali mascherine quando siete in giro e ricordate di lavarvi sempre le mani una volta rientrati in casa. 

Silvia Gullino

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