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Attualità | 26 settembre 2019, 16:26

Minori al lavoro nei noccioleti turchi? Gdo australiana chiama in causa Ferrero. La replica: "Tutela dei diritti umani al centro del nostro impegno"

L’emittente inglese Bbc dedica un servizio al tema delle pratiche che sarebbero in uso nei 400mila corileti del più grande produttore mondiale di nocciole. La multinazionale albese: "Impegnati per catena di approvvigionamento etica e sostenibile"

Minori al lavoro nei noccioleti turchi? Gdo australiana chiama in causa Ferrero. La replica: "Tutela dei diritti umani al centro del nostro impegno"

Dopo le accuse sollevate nell'agosto scorso da Davide Barillari, esponente pentastellato della Regione Lazio (leggi qui), il tema delle responsabilità dell’albese Ferrero nel trattamento dei lavoratori impegnati nei corileti della Turchia torna sulla ribalta dell’attualità per una notizia che questa volta arriva nientemeno che dall’Australia.  

Rimbalzato in queste ore anche sulla stampa di casa nostra, lo spunto riguarda la richiesta di chiarimenti che tre catene di supermercati del continente australiano - i nomi sono quelli di Woolworth, Coles e Iga - avrebbero rivolto al gruppo dolciario in merito al contenuto di un servizio giornalistico che l’emittente inglese Bbc ha pubblicato lo scorso 19 settembre sulla propria piattaforma web sotto all’eloquente titolo "Is Nutella made with nuts picked by children?" (Nutella è prodotta con nocciole raccolte da bambini?).

Nel suo servizio – i cui temi riprendono almeno in parte quelli contenuti di un articolo pubblicato dal New York Times nell’aprile scorso ("Syrian Refugees Toil on Turkey’s Hazelnut Farms With Little to Show for It", a firma di David Segal), l’inviato dell’emittente inglese Tim Whewell avrebbe indagato la situazione del lavoro nei corileti della Turchia, che come noto è il maggior produttore mondiale di nocciole con una quota pari al 75%, sostenendo come in tale impiego, che interesserebbe circa 400mila aziende agricole a conduzione familiare, sia frequente il ricorso al lavoro di minorenni, anche di 10 anni, in molti casi provenienti da famiglie di migranti siriani stanziatisi nel paese dal 2011 ad oggi.

Il posizionamento di Ferrero quale primo acquirente della produzione turca – per un terzo diretta ai suoi stabilimenti di produzione per il tramite di una rete di commercianti indipendenti per molti versi analoga a quella che opera anche in Italia –, insieme alla grande notorietà del gruppo albese anche in quel continente, ha quindi indotto le tre catene della grande distribuzione australiana a contattare il gruppo albese per chiedergli conto del suo concreto impegno sul fronte di questa delicata e controversa problematica.   

La risposta del gruppo albese, di cui è peraltro nota la dimensione di azienda da sempre sensibile ai temi dell’etica del lavoro, della responsabilità sociale d’impresa e della sostenibilità  delle proprie produzioni – non si è fatta attendere. "I comportamenti etici sono al centro del nostro impegno e al cuore del nostro sistema di condivisione dei valori – recita una nota con la quale il gruppo prende apertamente posizione sul tema –. Uno di questi è la tutela dei diritti umani di tutte le persone coinvolte nella catena di approvvigionamento delle nocciole. Ci impegniamo quotidianamente per una catena di approvvigionamento di materie prime etica e sostenibile, agendo in maniera costante e proattiva. Abbiamo adottato, infatti, diverse misure importanti, come il 'Codice di condotta Commerciale Ferrero', il programma 'Ferrero Farming Values', il nostro standard di produzione di nocciole certificato da terze parti, e agiamo attraverso partnership con organizzazioni affidabili come Ilo e Utz".

L’azienda ha infine ricordato che sta lavorando "con tutti i collaboratori della catena di approvvigionamento di materie prime, per ottimizzarne la tracciabilità. Chiediamo sempre più trasparenza a tutti gli stakeholder – si chiude la nota – per migliorare qualità e sostenibilità in linea con il nostro piano di tracciabilità, che coprirà il 100% delle nocciole entro il 2020".

Ezio Massucco

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