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Sanità | 03 luglio 2019, 13:23

Crisi di medici in Piemonte: "Ha poco senso richiamare quelli in pensione, si punta all'assunzione di specializzandi, anche per farli restare in Italia"

Ieri il neo assessore alla Sanità regionale, il cuneese Luigi Icardi, è stato a Roma in Commissione, anche per parlare del "Decreto Calabria" che, all'articolo 12, disciplina questa opportunità a livello nazionale, una parziale risposta alla gravissima carenza di organico, anche in Piemonte

Immagine di repertorio

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Il "Decreto Calabria" apre nuove prospettive e, soprattutto, dà risposte alle gravissime carenze di organico negli ospedali italiani. 

Il Piemonte non è escluso da questa crisi, tanto che uno degli ultimi atti della precedente Giunta regionale, con l'assessore alla Sanità Antonio Saitta, era stato quello di aprire alla possibilità di richiamare i medici in pensione.

Si prevede che la nostra regione, da qui al 2025, avrà un saldo negativo di circa 2000 medici specializzati.

Ecco che si sta cercando di correre ai ripari. All'articolo 12 (Disposizioni sulla formazione in materia sanitaria e sui medici di medicina generale) il decreto detta le regole sull'assunzione degli specializzandi, che potranno lavorare in corsia negli ultimi due anni di corso di studio.

Il decreto è stato oggetto di discussione in Commissione Sanità ieri a Roma. Presente anche il neo assessore regionale Luigi Icardi. "Sono stati molti i punti discussi, ma quello probabilmente più importante e pregnante è stato proprio quello dell'assunzione degli specializzandi. Si dovevano chiarire alcuni punti a livello interpretativo ed è quanto abbiamo chiesto, come Regioni, al ministero".

Sono 18mila le potenziali assunzioni a livello nazionale. Gli specializzandi sarebbero assunti a tempo determinato con il contratto della dirigenza e verrebbero poi stabilizzati tramite concorso.

"Una risposta importante - continua Icardi, ma non sufficiente. Bisogna trovare il modo per trattenere i giovani medici, che scelgono di andare all'estero per le migliori retribuzioni ma soprattutto perché sono maggiori e più rapide le possibilità di carriera".

La fuga dei medici, tra l'altro, nei prossimi anni potrebbe addirittura crescere, in quanto è in crescita il fabbisogno in tutti i paesi europei

Sulla possibilità di ricorrere ai medici in pensione Icardi, lui stesso medico, evidenzia come non sia in alcun modo una soluzione. "Dipende molto dalle discipline. In America i chirurghi smettono di operare a 55 anni. Un settantenne non può tornare a fare il chirurgo".

Quali sono le carenze maggiori? Mancano medici di Pronto soccorso, anestesisti rianimatori, chirurghi generali, cardiologi e pediatri. 

Secondo i dati diffusi nei mesi scorsi, entro il 2025 mancheranno, in Piemonte, 194 medici di emergenza; 274 pediatri, 154 medici di medicina interna, 213 anestesisti, 140 chirurghi generali, 52 psichiatri, 69 medici specializzati in malattie dell'apparato cardiovascolare e 55 specializzati in ginecologia e ostetricia.

Un drenaggio che crescerà nei prossimi cinque anni, visto che al 2023 si stima che la richiesta di medici nell’Unione europea possa arrivare a quota 230mila. E i nostri medici sono considerati professionisti di eccellenza: un patrimonio che fa gola e che viene pagato e riconosciuto all'estero molto più di quanto accade in Italia.

Se non si correrà rapidamente ai ripari, la Sanità, in Italia, rischierà il collasso per mancanza di medici.

Barbara Simonelli

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