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Eventi | 04 giugno 2019, 19:00

Il nuovo millesimo del Barolo omaggio all'eco-gastronomia di Carlin Petrini

Dove tutto iniziò con l’Associazione Benemerita degli Amici del Barolo, l'evento finale della settimana di degustazioni ed eventi promossa dall’Enoteca Regionale, che ha dedicato al fondatore di Slow Food la sua Selezione Ufficiale dell'annata 2015

Carlin Petrini, il fondatore di Slow Food sarà protagonista questa domenica al castello Falletti di Barolo

Carlin Petrini, il fondatore di Slow Food sarà protagonista questa domenica al castello Falletti di Barolo

In corso dal 1° giugno nelle antiche cantine marchionali del castello Falletti, sede dell’Enoteca Regionale, la grande banco d’assaggio della Barolo Open Week guarda al grande appuntamento domenica 9 giugno terrà a battesimo l’annata 2015 del re dei vini.

Alle ore 11 l’appuntamento si aprirà con “Dedicato a ...”, la cerimonia ufficiale che presenterà il Barolo 2015 Selezione Ufficiale dell’Enoteca Regionale, quest’anno intitolato al fondatore di Slow Food Carlo Petrini, e vestito con un’etichetta d’artista disegnata dal celebre scultore messicano Sebastiàn. Petrini dialogherà con Federico Scarzello, presidente dell’Enoteca, e Giancarlo Montaldo, giornalista e grande esperto di vino e territorio.

Il pomeriggio sarà poi dedicato , dalle 15.30 in avanti, alla “#BaroloTelling2015 ”, una degustazione a numero chiuso in cui Gian Carlo Gariglio, curatore della guida "Slow Wine", racconterà l’annata 2015 attraverso una selezione di etichette scelte tra quelle disponibili durante l’Open Week.

 

UN'ANNATA DEDICATA A CARLIN PETRINI

La scelta di dedicare l’annata 2015 del Barolo a Carlo Petrini non è stata casuale. Fondatore di Slow Food, organizzazione internazionale nata a Parigi nel 1989, oggi presente in 160 Paesi, “Carlin” ha mosso i primi passi sulle nostre colline: nella sua Bra innanzitutto, dove è nato nel 1949, ma anche all'ombra del castello Falletti , dove l'Enoteca Regionale ha la propria sede.

Proprio qui era nata l’Associazione Benemerita degli Amici del Barolo, che già guardava al re dei rossi piemontesi come a un prodotto da valorizzare perché espressione di una cultura del vino fortemente legata al territorio.

Fu uno dei primi, importanti passi che Petrini mosse verso quell’idea di enogastronomia che sarà poi alla base di Arcigola prima, e poi di Slow Food: un approccio che guarda al cibo (e di conseguenza anche al vino) come al risultato di processi culturali, storici, economici e ambientali.

A Petrini si deve anche l'impulso che ha portato alla fondazione della prima Università di Scienze Gastronomiche a Pollenzo e alla realizzazione di progetti di ampio respiro come "Terra Madre", che riunisce contadini, allevatori, casari, pescatori, giovani, ricercatori e accademici in oltre 160 Paesi differenti.

Oggi gira il mondo, mantenendo vivo il rapporto con la realtà di Slow Food in ciascun Paese, partecipando a conferenze, incontri con le comunità di Terra Madre, tenendo lezioni in molte università.

 

UNA VITA PER IL BUONO, PULITO E GIUSTO

La novità e l’importanza del messaggio che Carlo Petrini ha saputo divulgare hanno suscitato l’interesse di opinion leader e media a livello internazionale, valendogli l’attribuzione nel 2004 del titolo di "Eroe Europeo" da parte della rivista Time Magazine, mentre nel 2008 Petrini è comparso, unico italiano, tra le "Cinquanta persone che potrebbero salvare il mondo", elenco redatto dal prestigioso quotidiano anglosassone The Guardian.

Petrini oggi viene spesso invitato a prendere parte a discussioni che coinvolgono istituzioni internazionali quali l'Unione Europea e la Fao , della quale è ambasciatore europeo del progetto “Fame Zero”. Nel 2013 ha ricevuto il premio del programma delle Nazione Unite per l'ambiente “Campioni della Terra” nella categoria “Creatività e Intraprendenza”.

Dal 2016 è anche presidente della “Fondazione Campagna Amica”. Le sue esperienze e riflessioni gli hanno permesso di realizzare un grandissimo numero di saggi e pubblicazioni: da "Le ragioni del gusto", pubblicato nel 2001, a "Slow Food Revolution", scritto nel 2005 col giornalista Gigi Padovani. Per Einaudi nello stesso anno ha pubblicato inoltre "Buono, pulito e giusto. Principi di nuova gastronomia", libro tradotto in ben otto lingue diverse dove si tracciano le linee di sviluppo teorico del concetto di "eco-gastronomia".

Nel 2009 è la volta di "Terra Madre. Come non farci mangiare dal cibo", pubblicato da Giunti-Slow Food Editore, mentre nel 2013 tocca a "Cibo e libertà. Slow Food: storie di gastronomia per la liberazione", pagine in cui Petrini racconta come il cibo possa diventare strumento di liberazione da fame, malnutrizione e omologazione del pensiero. Nel 2014 con Giunti-Slow Food Editore esce infine "Voler bene alla terra. Dialoghi sul futuro del pianeta", che riporta molte conversazioni con scienziati, scrittori, economisti e chef sulla sostenibilità.

Petrini ha inoltre curato nel 2015 la guida alla lettura dell'Enciclica di Papa Francesco “Laudato Si’” , e si è occupato nelle vesti di giornalista ed editorialista di numerosi articoli comparsi su testate nazionali quali La Repubblica, La Stampa e il Manifesto. Tutti i proventi della sua attività come giornalista sono stati reinvestiti nei progetti di Slow Food.

Il contributo di Petrini alla discussione sui temi della sostenibilità agroalimentare è stato riconosciuto anche dal mondo accademico. Nel 2003, l’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa di Napoli gli ha conferito la laurea honoris causa in Antropologia Culturale e, nel 2006, l'Università del New Hampshire (Usa) gli ha assegnato l’honorary degree in Humane Letters, per il suo ruolo di "rivoluzionario precursore e fondatore dell'Università di Scienze Gastronomiche". Anche l’Università degli Studi di Palermo nel 2008 gli ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Scienze e Tecnologie Agrarie.

 

IL PUNTO DI VISTA DI GIANCARLO MONTALDO

La presenza di Carlo Petrini alla presentazione del Barolo 2015 porterà all’Enoteca Regionale un altro importante volto legato al mondo del vino, quella di Giancarlo Montaldo, che nella mattinata di domenica 9 dialogherà con il fondatore di Slow Food. Per l’occasione sarà presente anche il presidente dell'Enoteca Regionale, Federico Scarzello, che accompagnerà gli ospiti dell'evento in un confronto dedicato al Barolo e alla nuova annata.

Consulente e giornalista, Montaldo è uno dei volti che meglio ha saputo raccontare durante la propria carriera il mondo del vino e il territorio di Langhe e Roero. Originario di Barbaresco (paese per il quale ha svolto anche la carica di sindaco), è stato direttore del Consorzio di Tutela del Barolo e del Barbaresco, della Cantina Produttori di Barbaresco, dell'Associazione Vini di Collina, dell’Associazione Case Storiche Piemontesi e del Consorzio Tutela Alta Langa. Dal 1986 al 1997 e dal 2006 al 2010 è stato anche presidente dell'Enoteca Regionale del Barbaresco.

Impegnato da oltre 30 anni in attività di consulenza nell’organizzazione e pianificazione aziendale, marketing e comunicazione, Montaldo nel frattempo ha sempre collaborato come free-lance alla realizzazione della Guida Ristoranti del Gambero Rosso, e ha scritto su numerose testate del settore vitivinicolo come "Il Corriere Vinicolo" e la storica rivista enogastronomica “Barolo & Co”, di cui è direttore dal 2014. La sua attività lo ha portato a scrivere continuamente libri dedicati al mondo del vino (piemontese e non solo), e a intervenire altrettanto spesso su pubblicazioni di altri autori. Un comunicatore esperto dunque, e un grande interprete della sua terra d’origine, capace di raccontare i vini piemontesi con perizia tecnica e sincera passione. Il suo contributo sarà fondamentale per rendere il confronto con Petrini ancora più ricco di spunti.

 

"BAROLO TELLING" CON GIANCARLO GARIGLIO

Se da un lato Petrini sarà il volto dell’annata 2015 del Barolo, dall'altro il compito di raccontare le caratteristiche più rappresentative del millesimo appena uscito in commercio sarà assegnato a un'altra importantissim a figura di Slow Food: Giancarlo Gariglio, curatore della celebre guida Slow Wine . Sarà lui infatti a condurre, dalle 15.30 di domenica 9 giugno, la “Barolo 2015 Telling”, una degustazione guidata in cui Gariglio selezionerà alcune etichette dell'Open Week e le utilizzerà per approfondire le caratteristiche dell'annata 2015 e offrirne un'interpretazione ampia e competente. Ormai da tanti anni al fianco di Petrini e di Slow Food, Gariglio è stato anche segretario nazionale della FIVI, la Federazione Italiana Viticoltori Indipendenti, e segue numerosi progetti di Slow Food Editore.

 

SEBASTIAN E LA SUA ETICHETTA D'ARTISTA

Gli ospiti che domenica 9 giugno si alterneranno al tavolo dei relatori accompagneranno, durante l'intera giornata, quello che sarà il vero protagonista della cerimonia: il Barolo 2015. Dei 140 produttori presenti durante l'Open Week ben 13 hanno partecipato alla degustazione alla cieca che ha permesso di scegliere la Selezione Ufficiale dell'Enoteca Regionale, cioè la bottiglia (rigorosamente anonima) che per un anno rappresenterà il mondo del Barolo in tutte le occasioni istituzionali. Quest'ultima sarà presentata nella mattinata, durante il brindisi che chiuderà l'intervento di Carlo Petrini.

La Selezione Ufficiale non poteva certo restare priva di etichetta , così per la sua realizzazione quest'anno è stato scelto Sebastiàn, pseudonimo di Enrique Carbajal González, uno dei più celebri e pluripremiati artisti del panorama culturale messicano.

Docente presso numerosi atenei universitari, Sebastiàn ha collaborato in passato con il Worlds Arts Forum Council di Ginevra (Svizzera), è stato tra i fondatori della Sociedad Mexicana de Derechos de Author e presidente della Asociación Nacional de Artistas Plásticas in Messico. Dal 1997 esiste una fondazione culturale a suo nome, che si occupa di promuovere giovani artisti messicani, mostre, convegni, opere di restauro. A Sebastiàn va il dunque il merito di aver contribuito, con le suo monumentali sculture e il suo impegno nel campo della cultura , a valorizzare il mondo dell’arte nel suo paese d ’ origine e non solo.

Sebastiàn utilizza principalmente materiali moderni (spesso cemento e acciaio) e nuove tecnologie per progettare opere ardite, di grandissimo impatto, dove le geometrie delle forme e il colore diventano il veicolo del messaggio e delle emozioni che l'artista vuole trasmettere. Le sue sculture più celebri ricordano porte monumentali, archi che si stagliano nel paesaggio o tra i palazzi delle grandi città, oppure figure stilizzate di animali, come il famosissimo “caballito” di Città del Messico.

Creativo senza confini, Sebastiàn si è anche occupato di pittura, design di gioielli e abbigliamento, arredamento e set cinematografici, ma tutte le sue opere sono nate prima sulla carta, come bozze e come “despegables”, vere e proprie sculture pieghevoli. Ora ritorna su carta, con l'eti chetta che vestirà l'annata 2015 del re dei vini per tutto quest'anno.

Redazione

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