Giorni decisivi per la quindicina di operai edili – in buona parte trasfertisti ex Matarrese Spa provenienti dalla Puglia – a rischio del posto di lavoro sul cantiere del nuovo ospedale unico di Alba e Bra.
Ad oggi, venerdì 31 maggio, era infatti fissata la scadenza dei contratti che da alcuni anni, dopo le traversie che condussero al fallimento del costruttore pugliese, li vedono impegnati alle dipendenze della Alba Bra Scarl, società controllata dalla braidese Olicar e partecipata dalla nuova Matarrese Srl, al lavoro sulla collina di Verduno per conto del concessionario dell’opera, la Mgr Verduno 2000, e della sua controllata Neosìa.
Proprio i recenti problemi di rapporti tra appaltatore e appaltante sarebbero alla base dell’annunciato licenziamento (ora posticipato al prossimo 15 giugno in virtù della diversa scadenza prevista dal rapporti contrattuali che legano Alba Bra Scarl a Neosia) che ora pende sul capo del gruppo di edìli pugliesi, che vedrebbero così pregiudicata la possibilità di proseguire per i mesi ancora mancanti il lavoro che ormai da circa dodici anni li vede impegnati nella costruzione del nosocomio.
Nel pomeriggio di mercoledì, 29 maggio, la loro vicenda (la raccontavamo qui) è stata al centro del previsto incontro tra rappresentanze sindacali e concessionario. Sul cantiere si sono così confrontati i responsabili provinciali degli edìli (Feneal Uil, Fillea Cgil e Filca Cisl) e i referenti della Mgr Verduno 2000.
Proprio al generico impegno arrivato da questi ultimi sono legate le flebili speranze di scongiurare l’imminente licenziamento degli operai. "In ragione della loro anzianità di servizio sul cantiere e della loro conoscenza di quanto realizzato in questi anni – spiega Silvio Gulino della Fenal Uil – il concessionario avrebbe infatti preso un generico impegno a spendersi affinché, con l’esclusione di un paio di addetti amministrativi, il gruppo di muratori e carpentieri possa trovare lavoro presso altre imprese artigiane impegnate in questo momento nelle opere di finitura dell’ospedale".
Una strada che, per il rappresentante Cisl Francesco Biasi, andrebbe comunque seguita "attraverso la formula del 'distaccco', così da preservare, almeno in linea teorica, il novero dei diritti acquisiti dagli stessi addetti in questi lunghi anni di lavoro".
Una minima garanzia in questo senso sembra intanto arrivare da quanto espressamente previsto all’articolo 10 del nuovo Codice degli Appalti, che imputa in campo all’appaltante gli oneri relativi a retribuzioni arretrate, Tfr, versamenti Inail e cassa edile eventualmente disattesi dall’appaltatore.
Questi e altri aspetti, insieme alla percorribilità della prima ipotesi, andranno però ancora verificati tramite un nuovo incontro, fissato per venerdì 7 giugno ad Alba.
In Breve
giovedì 25 aprile
mercoledì 24 aprile