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Attualità | 09 aprile 2020, 14:30

Buoni spesa Covid in aiuto alle famiglie. Ma dalle grandi città ai piccoli comuni cambiano importi e possibilità di spesa

Partita la distribuzione delle provvidenze previste dal Governo a favore della fasce più deboli della popolazione. Con differenze sensibili a seconda del territorio di residenza

Foto di teksomolika / Freepik

Foto di teksomolika / Freepik

Sbrigata in pochi giorni la fase delle richieste da parte dei cittadini, anche i nostri Comuni hanno iniziato in questi giorni la distribuzione degli attesi "Buoni spesa".

Una misura adottata dal Governo per dare sostegno alle famiglie più in difficoltà a causa dell’emergenza anche economica legata alla diffusione del Covid19.

Come è noto, non avendo definito il Governo uno standard univoco per tutto il Paese, è toccato ai singoli municipi dare attuazione alla misura, definendo i criteri coi quali ripartire i fondi loro assegnati per venire incontro alle fasce più deboli della popolazione.

Un aiuto importante, per molte famiglie, che nella loro fruizione possono però andare incontro a più di una difficoltà, che si aggiungono ai tentativi di speculazione commerciale già segnalati in diverse zone del Paese. Fenomeni particolarmente anticipatici, che per i cittadini si aggiungono all’impossibilità di spostarsi sul territorio alla ricerca dei punti vendita che applichino i prezzi per loro più convenienti.

Sì, perché in questo già difficile periodo, c’è differenza tra l’abitare a Torino o a Milano, piuttosto che in un piccolo o piccolissimo comune di provincia.

Nel capoluogo lombardo, ad esempio, ai nuclei beneficiari viene riconosciuto un buono spesa mensile pari 150 euro per famiglie fino a 3 componenti e di 350 euro oltre i tre componenti. L’erogazione avviene o attraverso l’applicazione per smartphone Satispay o su una carta prepagata del circuito Mastercard, utilizzabile in qualsiasi punto vendita abilitato.

A Torino l’assegnazione del buono arriva invece con una comunicazione via Sms, che permette di accedere a un sito web dove è possibile scaricare i buoni spesa in tagli del valore di 25 euro in formato Pdf. Gli stessi possono essere semplicemente tenuti sul telefono e il pagamento può avvenire facendo inquadrare il codice a barre dall’esercente al momento della spesa. Qui invece variano gli importi: si va da 300 euro per nuclei di una o due persone ai 400 euro previsti per quelli di 3 o 4 persone, fino ai 500 euro spettanti alle famiglie con 5 o più componenti.


A Cuneo si cambia ancora. Qui l’Amministrazione del sindaco Borgna ha previsto la possibilità di accedere ai buoni spesa in forma di coupon o a provvidenze sotto forma "di pacchi alimentari o strumenti analoghi di pari valore". Per entrambi è stata prevista la consegna direttamente ai richiedenti da incaricati del Comune.
Guardando al valore economico dell’aiuto, si va da 120 euro per una sola persona, a 160 euro per nuclei di due componenti, 210 euro per 3 persone, 280 euro per 4 e, per finire, 360 euro per nuclei superiori alle 4 persone.

Ora a Milano, come detto, i buoni possono essere spesi negli esercizi convenzionati Satispay o, con una carta Mastercard prepagata, in qualunque esercizio commerciale dotato di Pos. Sono ben 7 le pagine in Pdf che indicano gli esercizi commerciali aderenti al sistema di pagamento ideato dalla nota start up cuneese, trai quali diverse catene della grande distribuzione come Coop, Esselunga, Pam e Eataly.

A Torino le pagine diventano 4, con ben 5 catene alimentari della grande distribuzione come Simply, Carrefour, Coop, Crai, Mercatò o Gigante, solo per citarne alcune.

Anche in città come Cuneo la possibilità di impiego dei bonus è ampia, visto che gli stessi si possono utilizzare in diversi esercizi commerciali tra i quali le catene Dimar-Mercatò, Ipercoop e Lidl.

Ma che succede se chi ha diritto all’aiuto vive invece in un piccolo comune? Lasciato il capoluogo provinciale, continuiamo il nostro piccolo viaggio dalle Langhe. Sul portale del Comune di La Morra (2.700 abitanti), ad esempio, non troviamo traccia dei criteri e degli importi assegnati alle famiglie aventi diritto. Il carnet degli esercizi commerciali dove poter utilizzare il buono senza uscire dal paese conta comunque ben 8 attività commerciali, buona parte di quelle presenti sul territorio comunale.


Non lontano, a Dogliani, i buoni vanno da 50 a 100 euro, a seconda che i componenti del nucleo familiare siano 2, 3 o 4. Anche qui i ticket si possono spendere in diverse attività del paese, in linea con quanto previsto dalle limitazioni agli spostamenti varati dal Governo e dalla Regione.


A Magliano Alfieri, per passare alla zona del Roero, gli euro sono 50 per famiglia mentre sono 8 gli esercizi presso le quali è possibile spenderlo senza spostarsi dal territorio comunale.

Tornando in Langa, a Grinzane Cavour si parte da 40 euro per un componente, con incrementi di 20 euro fino a 7 componenti. Qui sono ben 9 le attività presso i quali è possibile spenderli rimanendo all’interno dei confini dei confini comunali, tra le quali anche un market della catena Mercatò.


Qui il principale "contro" del bonus spesa: il beneficiario si trova costretto a utilizzarli in esercizi commerciali tanto più specifici e più limitati nell’offerta quanto più si scende nelle dimensioni del centro di residenza.
Va da sé che per un padre di famiglia, magari cassaintegrato e in arretrato sugli stipendi da incassare, fa differenza poter spendere un ipotetico buono da 100 euro in una catena della grande distribuzione o doverlo fare in una piccola bottega di paese. 

Per lo stesso padre di famiglia di Milano, Torino e forse anche di Cuneo o Alba, il buono da 100 euro rappresenta un potenziale valore d’acquisto che – per ragioni facilmente comprensibili e non necessariamente riconducibili a fenomeni speculativi – si riduce in maniera significativa se lo stesso deve essere speso senza ricorrere al canale della grande distribuzione organizzata.

Una differenza che ovviamente si collega anche al genere di attività commerciale presente in tanti dei nostri piccoli comuni, più o meno forniti di scelta mano a mano che scendiamo nelle loro dimensioni.

In questo senso assumono un importante rilievo iniziative quali quella che l’Associazione Commercianti Albesi ha promosso tra i suoi associati, con sconti del 20% riservati a chi decida (o sia costretto, in taluni casi) a utilizzare i buoni presso negozi di vicinato in città, ma anche nei piccoli centri di Langhe e Roero. Un bel modo per mediare rispetto a uno dei principali limiti di questa importante misura di emergenza.

Andrea Olimpi

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