#controcorrente del 30 novembre scorso (leggi qui) aveva sollecitato da parte del Comune di Cuneo, come capoluogo di provincia, la convocazione di un Consiglio municipale aperto di protesta sull’isolamento della “Granda” a livello infrastrutturale.
Rispetto ad allora ci sono due belle notizie: la ricostruzione terminata del viadotto Madonna del Monte sulla Torino-Savona e la riapertura dei lavori di raddoppio del tunnel del Tenda.
Ma restano bloccati gli interventi dell’Asti-Cuneo e della variante di Demonte. La tangenziale di Fossano, dopo il crollo del ponte che raccordava lo svincolo di via Marene, per un bel tratto si percorre sfruttando una sola corsia nei due sensi di marcia. Il Colle della Maddalena durante il periodo invernale è quasi sempre chiuso al traffico. La Cuneo-Nizza ferroviaria continua ad avere solo le due corse giornaliere di andata e le due di ritorno, che dal 24 febbraio al 15 marzo verranno sostituite da autobus per lavori tra le stazioni di Limone e Ventimiglia. E i treni della Cuneo-Torino sono spesso in ritardo e, in certi orari, sovraffollati oltre ogni misura. Le strade provinciali hanno in gran numero le carreggiate dissestate e in condizioni critiche e pericolose. Tutto ciò per la “Granda”, virtuosa e capace, costituisce una mazzata al limite della sopravvivenza.
Nell’ultimo Consiglio comunale di Cuneo l’argomento è stato ripreso dalla rappresentante di opposizione Laura Menardi (Grande Cuneo) con un ordine del giorno in cui chiedeva la convocazione di un’assemblea aperta e la nomina di un Commissario straordinario per velocizzare i tempi di soluzione dei problemi infrastrutturali della provincia. Riportando come esempio il caso del sindaco di Genova, Marco Bucci, nella ricostruzione del ponte Morandi.
Il documento è stato respinto con i voti contrari dell’intera maggioranza e dei cinque consiglieri di opposizione Silvia Cina (Movimento 5 Stelle), Maria Luisa Martello (Cuneo Città d’Europa) e Nello Fierro, Ugo Sturlese e Luciana Toselli (Cuneo per i Beni Comuni).
Sul Commissario straordinario sono intervenuti il sindaco Federico Borgna e l’assessore Mauro Mantelli, sottolineando entrambi che il percorso costituirebbe “l’abdicazione della politica e un segnale di rassegnazione, spogliando il territorio delle proprie importanti voci”. Tuttavia, come per Genova Commissario è stato nominato Bucci, per la provincia di Cuneo il compito lo potrebbe svolgere il presidente Borgna. Un ruolo politico più alto non esiste e quindi dove sta la rinuncia della “Granda” a contare?
Per quanto riguarda la convocazione del Consiglio comunale aperto ha dedicato un passaggio solo Borgna: “Il tema è molto serio, però non deve essere un’assemblea lamentosa. Può servire solo se imposta dei ragionamenti propositivi di programmazione per il futuro”. Come a dire è inutile convocare uno “sfogatoio” aperto a mille voci che guardino solo al passato e al presente e ai progetti non portati avanti.
Ma è proprio dalla situazione attuale, ormai di insostenibile isolamento della “Granda”, quella da cui bisogna partire affinché, in un incontro aperto a tutti, Amministratori comunali dell’intera provincia, rappresentanti delle organizzazioni produttive, culturali e turistiche, esponenti del mondo dell’associazionismo e del volontariato possano portare idee, soluzioni, suggerimenti e consigli.
La politica locale abdica e si rassegna se non decide di esporsi in prima persona e chiede, magari anche con proteste clamorose, quelle infrastrutture di cui hanno profondamente bisogno i cittadini. Altrimenti a scegliere il silenzio, si corre davvero il rischio di rimanere isolati per sempre.