Attualità - 14 gennaio 2020, 07:15

Una "patente di smartphone" per i giovani: la Regione in campo contro il cyberbullismo

In Piemonte presentato protocollo. Rossi:"Fondamentale per avviare un’attività di monitoraggio sul cyberbullismo in 48 scuole pilota". Gavazza:"Bisogna fare informazione e prevenzione"

Una "patente di smartphone" per i giovani: la Regione in campo contro il cyberbullismo

Una “patente di smartphone” conseguita, come quella di guida, dopo aver seguito un corso per riconoscere i rischi del web, ma anche come usare i social in maniera consapevole. E’ questo uno degli strumenti messi a disposizione dal “Protocollo d’Intesa per l’attuazione di interventi di prevenzione e contrasto del fenomeno del cyberbullismo”, presentato questa mattina in Regione Piemonte. 

L’accordo - che deriva dalla legge regionale del 5 febbraio 2018 - prevede il coinvolgimento del Corecom, del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, dell'Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, dell’Università degli studi di Torino e Piemonte Orientale e del Tribunale dei Minori di Torino.

L’obiettivo dell’iniziativa è garantire la “collaborazione fra i diversi soggetti” per contrastare il cyberbullismo, così come diffondere tra i ragazzi la cultura della navigazione consapevole in rete. In quest’ultimo ambito si inserisce il corso per la “patente di smartphone”, lanciato lo scorso anno scolastico a livello sperimentale nel Verbano, che dal 2019-2020 è disponibile per tutti gli studenti di 1° media del Piemonte, docenti e i genitori.

Il Protocollo d’Intesa - ha commentato il consigliere regionale del Pd Domenico Rossi  - sarà fondamentale per avviare un’attività di monitoraggio sul cyberbullismo in 48 scuole pilota, che ci metterà nella condizione, come Regione Piemonte, di comprendere ancora meglio se stiamo andando nella direzione giusta e su cosa occorra ancora lavorare per contrastare questo fenomeno”. 

"La prima legge sul cyberbullismo  - ha commentato il consigliere Segretario per l'Ufficio di Presidenza Gianluca Gavazza - è stata ispirata ad una ragazzina piemontese, residente ad Oleggio, morta suicida a 14 anni. In passato una maldicenza impiegava anni a diffondersi, oggi con internet, viaggia tutto velocemente, a volte troppo. E’ giunta l’ora di dire basta, siamo andati oltre. Bisogna fare informazione e prevenzione, ma anche educazione al rispetto dei valori della Costituzione, della religione e della famiglia attraverso cui costruire delle identità forti".

Cinzia Gatti

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