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Attualità | 13 dicembre 2019, 13:04

Punti Coop, Auchan, Mercatò, Decathlon e acquisti su Amazon: piaccia a no, le scuole sopravvivono così!

Da giorni tutti attaccano i licei monregalesi. Ma evidentemente nessuno sa che sono le scuole (tutte, di ogni ordine e grado) a invitare le famiglie ad aderire a queste iniziative. Perché si traducono in LIM, tablet e materiale didattico. Non è Amazon il problema, ma la miseria in cui versano le scuole

Punti Coop, Auchan, Mercatò, Decathlon e acquisti su Amazon: piaccia a no, le scuole sopravvivono così!

I licei monregalesi hanno stretto un accordo con Amazon? No. Amazon dà un'opportunità: quella di destinare una percentuale degli acquisti effettuati alle scuole che si sono registrate. E normalmente si sceglie quella in cui va il proprio figlio o il proprio nipote.

Gli acquisti online sono sempre di più. E allora, visto che si compra in rete, perché non sfruttare questa opportunità? I punti o il denaro che vengono raccolti si trasformano in materiale didattico. Non a Cuneo, ma in tutta Italia. 

Qualunque genitore cha abbia un figlio a scuola a Cuneo e dintorni sa già che, nel mese di novembre, passerà qualche ora a raccogliere i punti all'IperCoop. Ormai è una tradizione. Che ha consentito a decine di scuole di avere LIM, tablet e materiale didattico.

Stessa cosa all'Auchan. Stessa cosa alla Decathlon con la Carta Scuola, al Mercatò con "Tutti per la Scuola".

Punti che sono materiale. Di cui le scuole hanno un disperato bisogno. Può piacere o no, si può essere d'accordo o no. Come si può trovare assurdo che si organizzino le presentazioni dei materassi nelle scuole in cambio di un contributo di 500 euro.

Ci si può scandalizzare e arrabbiare, e la cosa è più che legittima. Ma che alternative ci sono, quando la scuola ha sempre meno soldi e ad inizio anno nella lista delle cose da portare ci sono carta igienica e sapone?

Ci sono sempre state iniziative per raccogliere soldi per le scuole. Mercatini in cui si vendevano le cose fatte dagli alunni, per esempio, o spettacoli con ingresso a offerta libera. I tempi sono cambiati e le opportunità anche. E' da anni che i diari scolastici sono "imposti" e uguali per tutti, a un costo decisamente inferiore a quelli di libera vendita. Perché? Perché all'interno ci sono enti, banche e attività che pagano per esserci. Raggiungendo migliaia di famiglie.

Il problema non è Amazon. Il problema non è l'Ipercoop o chi lancia campagne a favore della scuola con un ritorno commerciale.

Il centro del problema è che le scuole sopravvivono e riescono ad avere del materiale didattico e tecnologico solo grazie a queste iniziative.

Il resto è sterile. Come lo è l'attacco ai licei monregalesi. Che approfittano di un'opportunità data a tutte le scuole e sfruttata. Perché le alternative non ci sono. E difficilmente si potrà tornare indietro.

La guerra non va fatta ad Amazon. Ma alla miseria in cui versa la SCUOLA.

Barbara Simonelli

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