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Attualità | 16 ottobre 2019, 12:00

Caos sul rinnovo della Presidenza della Comunità del Parco del Monviso: la Provincia prima tentenna, poi si astiene e fa saltare il banco

Nell’ultima Assemblea, chiamata ad eleggere il nuovo presidente dell’Organo, le Valli Po e Varaita chiedono il rinvio, in attesa del decreto di Cirio con il nome del nuovo presidente del Parco. Revello e la “piana” propongono candidature, certi dell’appoggio della Provincia. Partono chiamate al presidente Borgna e, nel giro di poco, la situazione viene stravolta. Nulla di fatto, al momento…

Daniele Mattio, candidato alla Presidenza della Comunità delle aree protette del Monviso, che per un voto non ha ottenuto la maggioranza

Daniele Mattio, candidato alla Presidenza della Comunità delle aree protette del Monviso, che per un voto non ha ottenuto la maggioranza

La “crisi diplomatica” tra il Comune di Revello e il resto dei Comuni del Saluzzese – ed in particolare della Val Po – approda anche su banchi del Parco del Monviso.

Mentre il governatore della Regione Alberto Cirio temporeggia sulla futura Presidenza, cercando di dipanare le dinamiche politiche che portano all’espressione del nome del nuovo presidente, la diatriba si è consumata nell’ultima assemblea Comunità delle aree protette del Monviso.

Intorno al tavolo, 17 persone. I rappresentanti di Caramagna Piemonte, Casalgrasso, Casteldelfino, Crissolo, Faule, Oncino, Ostana, Paesana, Pancalieri, Polonghera, Pontechianale, Revello, Saluzzo, Villafranca Piemonte, Provincia di Cuneo, Unione montana del Monviso e Unione montana Valle Varaita.

Unico assente il rappresentante della Città metropolitana di Torino.

L’Assemblea, nell’ultimo mandato presieduta dal sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni, dopo le formalità di rito, era chiamata a designare il presidente della Comunità delle aree protette. In pratica, il successore di Calderoni.

Prima di articolare ogni tipo di ragionamento, Emidio Meirone, sindaco di Sanfront e presidente dell’Unione montana del Monviso e Silvano Dovetta, sindaco di Venasca e presidente dell’Unione Valle Varaita, hanno chiesto il rinvio del punto.

Con quale ratio? Semplicemente per attendere l’espressione regionale circa la Presidenza del Parco, che dovrebbe essere in predicato alla Lega.

Richiesta messa ai voti, e bocciata. Va specificato che, durante le assemblee della Comunità delle aree protette, per “spuntarla” occorre la maggioranza non dei presenti, bensì la maggioranza rispetto ai componenti dell’organo. Tradotto: su 18 Enti che formano la Comunità, servono 10 voti per aver la meglio.

La legge dei numeri ha dunque fatto si che la proposta di Meirone e Dovetta venisse respinta. Da un lato i 7 voti favorevoli di Crissolo, Oncino, Ostana, Paesana, Saluzzo, Unione montana del Monviso e Unione montana Valle Varaita.

Dall’altro, invece, Revello, insieme a Casalgrasso, Caramagna Piemonte, Villafranca Piemonte, Pancalieri, Polonghera, Faule, Casteldelfino, Pontechianale e alla Provincia di Cuneo.

10 a 7. Il rinvio non passa.

L’Assemblea – nettamente spaccata in due – è dunque stata chiamata lo stesso ad esprimersi sul rinnovo della Presidenza della Comunità delle aree protette. Dal fronte “Saluzzo e Vallate” (esclusa Revello) non è giunto alcun nome, in virtù della logica espressa pochi minuti prima da Emidio Meirone.

Si è ventilato per qualche istante il nome del sindaco di Crissolo, Fabrizio Re, come candidato presidente, prima di rivelarsi un’eventualità che non ha assunto caratteri di concretezza.

Il fronte “Revello e Pianura” è invece giunto in Assemblea con un quadro molto ben delineato e studiato già in precedenza. E sul tavolo della riunione sono state presentate le candidature: Presidenza a Daniele Mattio, sindaco di Revello, vicepresidenza a Luca Pochettino, sindaco di Pancalieri.

A supportare le candidature, il gruppo di Amministratori che nei giorni scorsi aveva già firmato la lettera di sostegno per Marina Bordese, vicesindaco di Villafranca, a presidente del Parco, e che si era espresso contrario con il rinvio del punto chiesto da Meirone e Dovetta.

L’ago della bilancia, questa volta, si è però rivelato il voto della Provincia di Cuneo, rappresentata da Carla Bonino, consigliere regionale con delega a Montagna, Parchi e Foreste. La Bonino, giunta in sala accompagnata dal sindaco di Villafranca Agostino Bottano, in un primo tempo è parsa essere schierata a favore delle candidature espresse da Revello e dalla Pianura.

Non si aspettava, con tutta probabilità, che sul punto sarebbe esploso il finimondo. Dalla sala dell’Assemblea è stato raggiunto telefonicamente nientepopodimeno che il presidente Federico Borgna, al quale è stata prospettata l’eventualità che la “sua” Provincia votasse a favore di un disegno portato avanti dalla Pianura e dal Torinese, con l’esclusione della Montagna.

Ne è nato un mezzo bailamme. Con la Bonino che, probabilmente raggiunta da ordini di scuderia, trasformerà la sua intenzione di voto, che da favorevole passerà all’astensione.

Un ribaltone, dunque, che ha portato a 9 favorevoli e 8 astenuti. Le candidature al vertice della Comunità delle aree protette non ottengono la maggioranza e vengono dunque respinte.

Un nulla di fatto. Ora bisognerà attendere che la Presidente dell’Assemblea, in capo al sindaco di Casalgrasso in quanto membro anziano, riconvochi un incontro.

MATTIO: “RINGRAZIO PER LA PROPOSTA, VEDREMO L’EVOLVERSI DELLA VICENDA”

Conciso il commento a margine della seduta del sindaco di Revello, Daniele Mattio: “Ringrazio molto per la proposta fatta durante la riunione, per una mia presidenza nella consulta, che comunque ha visto nove voti su sedici presenti.

Lo statuto però prevede che siano necessari almeno 10 voti: per ora, dunque, a presiedere è ancora il sindaco di Casalgrasso, come consigliere anziano. Vedremo l’evolversi della situazione”.

CALDERONI: “CHE SENSO HA UN PARCO TUTTO SPOSTATO SULLA PROVINCIA DI TORINO?”

Decisamente più prolisso, invece, il commento di Mauro Calderoni, sindaco di Saluzzo e presidente uscente della Comunità delle aree protette del Monviso.

Octavia ed i Torinesi – le sue parole – insistono nel tentativo di occupazione “manu militari” del Parco del Monviso.

Nella riunione della Comunità del Parco, che doveva eleggere presidente e vicepresidente dell’assemblea dei membri, hanno ribadito la volontà di cementate l’accordo politico-partitico che già due settimane fa ha pubblicamente sostenuto la candidatura alla presidenza del CdA di Marina Bordese di Villafranca.

Una forzatura, anche alla luce dello Statuto dell’Ente di gestione delle aree protette del Monviso che richiede una maggioranza qualificata di almeno 10 voti.

E i 10 voti non ci sono stati poiché la proposta di insediare ai vertici della comunità del Parco Revello e Pancalieri, entrambi firmatari del documento a sostegno della Bordese, è sembrata agli altri Enti seduti in assemblea una forzatura che avrebbe causato fratture difficili da comporre nel quinquennio che si sta aprendo.

Sulla presidenza del CdA deciderà la Regione, sentiti gli Enti locali, ma per la presidenza della Comunità è bene individuare una proposta che possa garantire maggior condivisione ed offrire le più ampie garanzie.

La proposta dei presidenti delle Unioni Montane Valle Po e Varaita di rinviare l’elezione è stata respinta e il sindaco di Casteldelfino (Alberto Anello: ndr) ha preteso che si mettesse ai voti la proposta di presidenza a Revello e vicepresidenza a Pancalieri. 

A quel punto però hanno prevalso le astensioni. Si attenderà l’indicazione della Regione alla presidenza del CdA e successivamente ci si ritroverà per comporre dei vertici assembleari che garantiscano maggiormente l’unitarietà del territorio.

C'è anche da ricordare che servono 10 presenti per il numero legale: considerando le assenze fisiologiche normalmente presenti, una contrapposizione forte in seno alla Comunità del Parco rischia di inficiarne il normale funzionamento poiché può consentire alla minoranza di bloccare le decisioni che richiedono il parere della Comunità.

Ma poi che senso ha un parco tutto spostato sulla pianura con due cariche su quattro alla Provincia di Torino? Trovo strano che vada bene a Pontechianale e Casteldelfino. Avrei almeno pensato ad una vicepresidenza a uno dei due”.

Nicolò Bertola

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