“Quello a cui stiamo assistendo da Roma è uno sgarbo senza precedenti nei confronti di un intero territorio”. Non usa mezzi termini il sindaco braidese Bruna Sibille, da sempre in prima linea nei diversi organismi territoriali al lavoro sul sempre più immobile fronte dell’Asti-Cuneo, nel commentare il vuoto di iniziative nel quale la pratica dell’autostrada e del suo agognato completamento si sarebbe arenata con l’arrivo del pentastellato Danilo Toninelli alla guida del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti.
Mentre le cronache di giornata danno conto di come, a sei mesi dal via libera, i termini dell’accordo di “cross financing” concertato ad aprile tra l’allora ministro Delrio e la Commissione Europea siano stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale, dando sanzione formale a una pratica che l’attuale Governo sembra già intenzionato a voler smontare, Sibille spiega invece come, da informazioni verificate, “nella Capitale nulla si sta in realtà muovendo” e che “ancora in questi giorni nessun contatto è stato ancora preso dal ministro coi vertici della Asti Cuneo Spa”.
Proprio quello di un confronto a breve con la concessionaria, controllata del Gruppo Gavio e partecipata dall’Anas, peraltro da alcuni mesi presieduta dal cuneese Giovanni Quaglia, era stato forse l’unico impegno assunto da Toninelli lo scorso 27 settembre, allorquando, soltanto a diversi mesi dal suo insediamento, il ministro si era finalmente convinto a ricevere una delegazione di sindaci e autorità della Granda.
Da allora però non soltanto nulla si è mosso – per cui rimane da capire se e come concretamente il Governo intenda procedere per portare a compimento l’opera –, ma nemmeno alcun atto formale o informale è giunto all’indirizzo dei sindaci, della Provincia o delle altre autorità riunite nel Comitato di Monitoraggio sull’Asti Cuneo o nel Tavolo delle Autonomie convocato periodicamente presso l’Aca di Alba.
“Parliamo di un fatto gravissimo – attacca Sibille –, una totale mancanza di elementare garbo istituzionale che non offende soltanto gli enti coinvolti e i loro rappresentanti, ma tutto un territorio che produce e paga le tasse come e più di altri, ma che da anni sopporta gli enormi costi e gli immani disagi che la mancata ultimazione di quest’opera comportano. La pazienza ora è davvero finita. Se a breve non arriveranno i passi promessi siamo pronti ad azioni clamorose”.
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